Negli ultimi anni, l’isolamento termico degli edifici è diventato una priorità sia per risparmiare energia che per migliorare il comfort abitativo. Il cappotto termico è spesso la soluzione più proposta ed efficace. Tuttavia, quando non è possibile intervenire all’esterno, molti si orientano verso il cappotto interno.
Sembra un’ottima idea, ma può causare più danni che benefici se non viene progettato con grande attenzione.
Vediamo perché.
🔍 Cos’è il cappotto termico interno?
Il cappotto interno è un sistema di isolamento che viene installato sul lato interno delle pareti perimetrali di un edificio.
È spesso utilizzato quando:
- Non si può modificare l’esterno per vincoli architettonici (es. centri storici)
- In condomini dove non c’è accordo per un intervento condiviso
- In ristrutturazioni parziali o su singole unità abitative
In apparenza è una soluzione semplice e rapida. Ma nasconde gravi criticità.
🚨 I problemi principali del cappotto interno
1. Condensa interstiziale: il rischio invisibile
Uno dei problemi più seri è la condensa interstiziale, ovvero la formazione di umidità all’interno della parete, tra l’isolante e la muratura esistente.
Perché accade?
Isolando dall’interno, la parete fredda resta fredda anche d’inverno, mentre all’interno della casa l’aria è calda e umida.
Quando il vapore acqueo raggiunge la zona fredda (cioè dentro la parete), si condensa e si accumula senza evaporare, perché è intrappolato dietro l’isolante.
Questo porta a:
- Umidità cronica
- Sviluppo di muffe e batteri
- Degradazione dei materiali
- Rischio strutturale a lungo termine
2. Discontinuità e ponti termici
Il cappotto interno spesso non riesce a coprire in modo continuo tutti i punti della struttura:
- Angoli
- Spallette delle finestre
- Travi a vista o pilastri
- Solette e pareti divisorie
In questi punti si creano ponti termici che:
- Aumentano le dispersioni di calore
- Favoriscono la formazione di condensa superficiale e muffe
- Riducono l’efficacia complessiva dell’intervento
3. Perdita di inerzia termica
Uno degli effetti meno visibili, ma molto importanti, è la perdita di massa termica delle pareti.
Quando si isola dall’interno:
- Le pareti non accumulano più calore durante il giorno.
- Si perde l’effetto “tamponamento” termico che aiuta a stabilizzare la temperatura.
Conseguenza: la casa diventa più sensibile agli sbalzi termici, si scalda e raffredda più rapidamente, peggiorando il comfort sia in inverno che in estate.
4. Riduzione dello spazio interno utile
Anche se può sembrare secondario, ogni centimetro di isolamento interno toglie spazio abitabile.
Un cappotto ben fatto può occupare 8–12 cm a parete.
In stanze piccole o case già poco capienti, la perdita di volume può diventare rilevante, soprattutto se va ripetuta su più pareti.
🧱 Materiali: non tutti vanno bene
Un errore molto comune è usare materiali impermeabili al vapore, come polistirene o lana minerale con barriera al vapore, senza fare una corretta analisi igrometrica.
Il risultato è che il vapore acqueo si accumula dietro l’isolante con conseguenze disastrose.
In alternativa, si possono usare materiali naturali traspiranti, come:
- Fibra di legno
- Calce-canapa
- Pannelli di sughero traspiranti
- Pannelli in calcio silicato
- Intonaci isolanti a base calce
Ma anche con questi materiali, serve un progetto preciso e conoscenza del comportamento igrotermico dell’edificio.
🔧 Come ridurre i rischi (se proprio non si può evitare)
Se il cappotto interno è l’unica soluzione possibile, bisogna:
- Fare una valutazione tecnica professionale: simulazione termica e igrometrica (con software come WUFI)
- Usare materiali traspiranti e igroscopici, in grado di gestire il vapore senza barriere per esempio intonaci di argille o di calce
- Progettare con attenzione i nodi costruttivi (finestre, pilastri, travi)
- Garantire una buona ventilazione meccanica controllata (VMC) per evitare accumuli di umidità
- Considerare anche soluzioni ibride, come pannelli isolanti sottili ad alta massa, o intonaci termici naturali con inerzia
✅ Quando ha senso usarlo?
- In edifici storici vincolati, dove l’esterno non può essere toccato
- In singoli appartamenti dentro condomini dove non è possibile fare un cappotto esterno
- Quando si può intervenire su tutte le pareti perimetrali in modo uniforme
- Se si affianca a una progettazione seria e consapevole (non “fai da te”)
📌 Conclusione
Il cappotto interno non è da escludere a priori, ma va affrontato con estrema attenzione.
Quando fatto male – o con leggerezza – può compromettere la salubrità e la durata dell’edificio, creando più problemi di quanti ne risolva.
La soluzione migliore resta sempre l’isolamento esterno, che protegge la struttura, elimina i ponti termici e migliora il comportamento dell’edificio sia in inverno che in estate.
Ma se l’interno è l’unica strada, non si può improvvisare: serve competenza tecnica, scelta accurata dei materiali, attenzione ai dettagli.
Solo così il cappotto interno può diventare davvero un intervento di efficienza energetica, e non un errore costoso.
Approffondimenti: https://espertocasaclima.com/2023/12/15/isolamento-interno-di-muri-in-pietra-facile-ma-sbagliato/
https://espertocasaclima.com/?s=cappotto+interno+
