Perché il cappotto può peggiorare il caldo estivo in casa?
Negli ultimi anni, sempre più persone hanno scelto di installare un cappotto isolante per migliorare l’efficienza energetica della propria abitazione. Una scelta giusta e lungimirante, soprattutto quando si parla di risparmio energetico e comfort invernale. Ma cosa succede d’estate? E perché molte case con cappotto in polistirolo si surriscaldano nei mesi caldi?
Il problema non è tanto nell’idea del cappotto in sé, quanto nel tipo di materiale utilizzato. Il polistirolo – sia nella versione espansa (EPS) che estrusa (XPS) – è tra gli isolanti più diffusi, ma presenta dei limiti importanti quando si parla di benessere estivo.
🧱 Isolare non basta: bisogna anche proteggere dal caldo
In inverno, il nostro obiettivo è impedire al calore interno di uscire. Il polistirolo, essendo un ottimo isolante, svolge bene questo compito.
Ma d’estate il problema è opposto: vogliamo impedire al calore esterno di entrare. Ed è qui che il polistirolo mostra i suoi limiti.
🕐 Cos’è lo sfasamento termico?
Uno degli aspetti chiave per il comfort estivo è il tempo che il calore impiega ad attraversare un materiale. Questo tempo si chiama sfasamento termico.
Più alto è lo sfasamento, più tempo ci vuole prima che il calore solare entri in casa. Questo ritardo è fondamentale: se il calore arriva all’interno di notte, quando l’aria è fresca e possiamo ventilare, non crea disagio. Se invece entra nel pomeriggio, quando siamo in casa e fuori è ancora caldo, la temperatura interna sale e il condizionatore diventa inevitabile.
Il polistirolo ha uno sfasamento basso, spesso inferiore alle 6 ore. In pratica, se il sole colpisce la parete a mezzogiorno, il calore entrerà verso le 18: proprio quando siamo in casa e vogliamo rilassarci, magari dopo una giornata di lavoro.
Materiali naturali come la fibra di legno o la canapa, invece, hanno uno sfasamento che può superare le 10–12 ore: il calore arriva di notte, quando può essere facilmente dissipato con la ventilazione.
🧊 Capacità termica: l’altro ingrediente del comfort
Un altro concetto spesso trascurato è la capacità termica. In parole semplici, indica quanta energia (calore) un materiale può accumulare senza scaldarsi troppo.
Il polistirolo ha una bassa capacità termica: è leggero, sottile, e non riesce ad “assorbire” il calore. Quindi, appena la parete esterna si scalda, il calore passa subito all’interno.
I materiali naturali, invece, sono più massivi: trattengono una parte del calore, lo distribuiscono nel tempo e lo rilasciano lentamente. Questo effetto “tamponante” aiuta a mantenere temperature più stabili negli ambienti interni.
🌬️ E la traspirabilità?
Un altro punto critico del polistirolo è la totale impermeabilità al vapore acqueo. Questo significa che l’umidità prodotta all’interno della casa (respirazione, cottura, docce) non riesce a uscire attraverso le pareti.
Risultato? L’aria si fa pesante, si crea condensa nei punti più freddi, e la sensazione di caldo aumenta. I materiali traspiranti, invece, favoriscono il passaggio del vapore e mantengono un ambiente più salubre e asciutto.
❄️ Un paradosso diffuso
Capita spesso che, dopo una ristrutturazione con tanto di cappotto in polistirolo e magari una classe energetica A sul certificato, la casa diventi invivibile d’estate senza condizionatore. Un paradosso: abbiamo fatto tutto per “efficientare”, eppure dobbiamo installare (e usare) un impianto energivoro per raffrescare.
Questo succede perché la normativa oggi si concentra soprattutto sul fabbisogno energetico invernale. Il comportamento estivo dell’edificio è ancora sottovalutato, sia a livello normativo che progettuale.
🏠 La soluzione: pensare in ottica estiva e scegliere materiali con massa
Per garantire comfort tutto l’anno, è fondamentale scegliere un materiale che:
- Isoli dal freddo (bassa conducibilità)
- Resista al caldo (alta capacità termica e sfasamento)
- Traspiri (favorendo un buon microclima)
I materiali naturali da costruzione – come paglia, fibra di legno, canapa, sughero – rispondono a tutte queste esigenze.
Non solo offrono buone prestazioni invernali, ma aiutano davvero a vivere meglio in estate, senza dover accendere sempre il climatizzatore.
📌 In sintesi:
- Il polistirolo isola bene in inverno, ma non protegge dal caldo estivo.
- Ha bassa capacità termica, scarso sfasamento e zero traspirabilità.
- Risultato: surriscaldamento interno e uso massiccio di climatizzazione.
- Materiali naturali offrono una soluzione equilibrata: buone prestazioni in ogni stagione e un comfort abitativo reale.
Come sempre, se ci riflettiamo, la Natura ci e’ Amica.. Ci offre soluzioni per il nostro benessere e a minor impatto ambientale rispetto alle soluzioni prettamente tecnologiche e sintetiche fatte solo dall’uomo, che hanno grossi limiti e che ci obbligano ad aumentare i consumi e di conseguenza l’inquinamento. Riflettiamo.
Casa nostra isolata con un cappotto di paglia, intonacata internamente con tanta terra cruda locale, arriva al massimo d’estate a 25 gradi internamente, senza climatizzazione alcuna, solo con l’aiuto di gestione della luce solare e degli amici alberi che ci circondano e ci donano fresco notturno.